Sai che la prossima eclissi solare totale visibile dall’Europa si verificherà il 12 agosto 2026?

Questo evento sarà totale in Spagna e parziale in Italia dove l’oscuramento raggiungerà il 90% al Nord (ad esempio a Milano e Torino), il 60-70% al Centro (come Roma e Firenze) e il 20-30% al Sud.

E sai che questa eclissi sarà seguita da un’altra eclissi totale appena un anno dopo, il 2 agosto 2027?

Questa per noi che viviamo al Sud sarà ancora più interessante perché sarà visibile in gran parte dell’Europa meridionale, con un oscuramento totale nelle regioni meridionali italiane, inclusa l’isola di Lampedusa dove il Sole sarà completamente oscurato​.

Ti abbiamo fatto queste domande perché in questo articolo vogliamo parlarti di cosa succede ai pannelli fotovoltaici quando si verifica un’eclisse. L’idea è di farlo sulla base di ciò che è avvenuto agli impianti durante alcune eclissi passate, in particolare l’eclisse totale verificatasi in USA nell’agosto del 2017 e quella europea di due anni prima, nel 2015.

L’eclissi americana e l’impatto sui pannelli fotovoltaici

Come dicevamo, nell’estate americana del 2017 si è verificato lo straordinario fenomeno naturale dovuto alla sovrapposizione della Luna nel cielo che ha portato all’oscuramento del Sole per il 100%, precisamente in una fascia di circa 110 chilometri iniziata in Oregon alle 10:16 (PDT) e terminata alle 14:49 (EDT) in South Carolina. Tutto questo dopo aver attraversato gran parte degli Stati Uniti. Appena al di fuori di questa fascia, il Sole invece è stato visibile come eclissi parziale.

Durante il verificarsi della totalità del fenomeno, i pannelli fotovoltaici ovviamente non hanno prodotto energia, ma tale interruzione è durata solo pochi minuti. Per quanto riguarda le zone interessate dall’eclissi parziale, invece, la produzione è risultata ridotta, ma questo anche in base alle condizioni meteorologiche.

Le reti elettriche, che dipendono sempre di più dall’energia fotovoltaiche, sono risultate pronte a gestire i cali di produzione. Per esempio, in California, dove il solare soddisfa fino al 40% della domanda di elettricità in alcune giornate, l’eclissi ha ridotto temporaneamente la produzione di circa 4.300 MW. Tuttavia quel giorno i gestori hanno predisposto risorse alternative specifiche per evitare interruzioni.

Questo aspetto è fondamentale per evitare effetti a catena che avrebbero messo a repentaglio la sicurezza della rete!

L’eclissi europea e l’energia solare

Fortunatamente questa non è stata la prima volta che un’eclissi ha messo a dura prova la rete elettrica o ha colpito gli impianti fotovoltaici. Già nel 2015 un’eclissi in Europa, che utilizza molta più energia solare rispetto al Nord America e che quindi ha sistemi di gestione della potenza ancora più efficienti, ha destato anche in questo caso preoccupazione.

Cosa è successo?

Nulla di grave, in realtà. Infatti gli operatori di rete si sono assicurati di avere a disposizione – ma occasionalmente – altre fonti di energia di riserva, come gas naturale, energia idroelettrica, ecc. Sfruttando queste fonti hanno impedito che si verificassero gravi problemi.

In verità la stessa cosa è accaduta negli Stati Uniti durante l’eclissi del 21 agosto e nel più recente dell’8 aprile 2024. In entrambi i casi i funzionari hanno spesso incoraggiato tutti i residenti coinvolti dall’eclissi a risparmiare elettricità durante le ore precedenti. Questo per prevenire eventuali sovraccarichi di rete.

Il punto è che normalmente le eclissi totali vengono gestite come eventi irripetibili, utili anche per studiare non solo i fenomeni celesti ma anche le loro implicazioni sociologiche e tecnologiche: gli operatori di rete hanno infatti studiato da vicino l’eclissi del 2017 così come quella del 2024 raccogliendo preziose informazioni e acquisendo maggiore esperienza per ottimizzare la risposta in caso di cali di potenza e relativa gestione delle crisi.

Un’esperienza utile anche come esercizio per la prevenzione e gestione generale del blackout.

In breve, le eclissi solari sono eventi di straordinaria bellezza ma anche momenti delicati per le infrastrutture energetiche che però rappresentano un’importante opportunità di test della resilienza delle reti in condizioni eccezionali, dimostrando come una pianificazione accurata possa mitigare in modo efficiente rischiosi imprevisti.

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